Venere e l’orso by Ferruccio Marcoli & Paolo Magatti

Venere e l’orso by Ferruccio Marcoli & Paolo Magatti

autore:Ferruccio Marcoli & Paolo Magatti [Marcoli, Ferruccio & Magatti, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: edizioni la meridiana
pubblicato: 2023-11-19T23:00:00+00:00


Questo richiamo al vertiginoso, sia dello stile sia del pensiero, che funge da ponte tra Pagliarani e Civitarese nel rapportarsi con l’opera di Bion, pensiamo che non sia da considerare un aspetto contingente e casuale o un dettaglio marginale, quanto piuttosto una traccia che segnala un legame tra autori per molti aspetti profondamente diversi, ma comunque accomunati da una medesima sensibilità per un approccio estetico alla clinica e, più in generale, alla relazione con l’altro e con il mondo. In altri termini, lo stile di pensiero vertiginoso di Bion assume per Pagliarani, come pure per il post-bioniano Civitarese, la qualità di un oggetto estetico che suscita emozioni conflittuali: curiosità, fascinazione, attrazione ma anche sbigottimento, rifiuto, disorientamento, timore. Si tratta di uno stile che rimanda alla poetica del sublime, come vertice specifico dal quale guardare all’incontro con l’altro, non solo nel medium della scrittura ma anche nella clinica, nelle sue varie declinazioni e ambiti di coppia, gruppali e istituzionali.

Riprendendo la distinzione kantiana tra sublime matematico, riferito al fare esperienza di qualcosa di assolutamente grande, talmente grande da essere al di là di ogni possibile immaginazione (come il cielo stellato), e il sublime dinamico, connesso all’esperienza di fenomeni naturali dalla potenza smisurata (vulcani, terremoti), è possibile contemplare e godere il bello-terribile dell’oggetto senza essere sopraffatti dal terrore, solo mantenendo una certa distanza e non negando la dismisura tra sé e l’oggetto. Tale distanza di sicurezza dall’oggetto estetico altrimenti bruciante o paralizzante, secondo Civitarese, si può interpretare in diversi modi; in primo luogo

lo spazio che si interpone tra il soggetto inerme e l’orrido che potrebbe inghiottirlo è uno spazio psicologico di sicurezza dato dall’introiezione della funzione alfa e dalla capacità di rêverie materne. […]. Il concetto di “distanza”, poi, si potrebbe teorizzare […] anche come l’indice del raggiungimento di un sufficiente equilibrio nella dialettica sempre attiva tra narcisismo e social-ismo, tra polarizzazione sull’individuale e polarizzazione sul gruppale11



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